PESCARA - “Nella prevenzione dei disagi minorili il compito specifico delle Istituzioni è quello di tenere i riflettori accesi sulla problematica e supportare, sostenere, il mondo della scuola, i docenti, le Forze dell’Ordine per consentire loro di arrivare prima che il danno sia irreversibile sui nostri ragazzi, bombardati ogni giorno da mille informazioni e input che arrivano dal cellulare, dalla rete, stimoli che spesso non riescono a gestire e a elaborare perché privi degli strumenti necessari”. Lo ha detto il Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri nel corso della Conferenza stampa indetta dalla Garante per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza Marina Falivene per presentare il programma di attività messe in campo per contrastare le varie forme di disagio.
“La battaglia è dura, ma noi Istituzioni siamo un esercito pronto a scendere in campo – ha commentato il Presidente Sospiri -. Personalmente non nascondo di essere molto amareggiato per quello che vedo ogni giorno con i nostri ragazzi, la nostra è una sfida complicata. Sicuramente la più difficile è contrastare l’uso di sostanze stupefacenti con le nuove droghe sul mercato, perché oggi la sfera degli input che hanno i nostri adolescenti è molto più ampia e vedo molti genitori in difficoltà, anche nell’affermare il ‘no’ a determinate richieste o a certi comportamenti sbagliati. E invece dobbiamo innanzitutto tornare a formare i genitori, rafforzando in loro la consapevolezza che quando si dice ‘no’ a un figlio, là dove necessario, si sta facendo del bene al ragazzo. Penso agli stimoli e ai modelli che vengono promossi dalle serie tv che spesso rischiano di far passare i delinquenti come dei romantici briganti dell’Unità d’Italia, dei simpatici mascalzoni bellocci da imitare. Ovviamente non possiamo arrenderci dinanzi a tali considerazioni, ma dobbiamo piuttosto dobbiamo unire le forze, mondo della scuola, Università, Regione Abruzzo, Comune, Provincia, Forze dell’Ordine per avviare, ciascuno secondo le proprie competenze, un progetto, come quello messo in campo dalla Garante, che non è un intervento spot, ma propone una serie di azioni che si snoderanno mese per mese, a partire dal prossimo gennaio, azioni utili a coprire le necessità e le tematiche più diverse dell’universo scuola e delle famiglie. Poi occorre aprire una riflessione istituzionale ai livelli apicali, studiando ad esempio misure per limitare l’uso e l’abuso del cellulare tra gli 8 e i 10 anni, quando i bambini rischiano di ricevere in un mese tante informazioni quante negli anni ’90 noi ne ricevevano tra i 0 anni e i 25 anni. Tradotto: i ragazzi si vedono piombare addosso stimoli che non sanno gestire e per i quali non hanno ancora maturato le capacità per elaborarle”.
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