CHIETI - In abruzzese ’Lu Cupèlle’, Cupello è un comune italiano di circa 4.700 abitanti e fa parte della Comunità montana Medio Vastese.
La storia del paese è legata a Monteodorisio.
Il paese fu colpito da un forte terremoto nel 1456, in seguito subì varie dominazioni tra cui Austriaci, Spagnoli e Borboni.
Nel 1577 il paese si chiamava ‘’Villa degli Schiavoni’’ per poi mutare in Cupello, il nome deriverebbe dalla presenza di miniere di argilla atte a fabbricare le ‘’cuppelle’’, tegole che ricoprivano le capanne.
In questa zona si coltiva un particolare tipo di carciofo che prende il nome di ‘’Carciofo di Cupello’’ o ‘’Mazzaferrata’’ perché la sua forma ricorda l’antica arma medievale.
E’ una varietà molto conosciuta in Abruzzo, è un carciofo molto tenero, verde con sfumature viola, privo di spine, ha una forma rotondeggiante, dal sapore deciso con un retrogusto dolciastro, è robusto e carnoso.
La coltivazione avviene in terreni profondi, freschi e drenati a sufficienza, viene raccolto da febbraio a maggio e può essere consumato, per via delle sue caratteristiche, anche crudo.
Si cominciò a coltivare tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, quando questa varietà, Cynara scolymus L.spp, prese piede nell’ area che andava da Francavilla a Vasto, si tratta di un ecotipo a ciclo tardivo, con maturazione che inizia nei mesi di marzo e aprile.
Cynara è il termine che si utilizza riferendosi al cardo e al carciofo, ma può essere anche un riferimento al riflesso colorato delle foglie.
Il carciofo è un prodotto autoctono della zona vastese e delle zone confinanti con esso e fa parte di un territorio rurale che ha sviluppato un notevole patrimonio di prodotti tipici.
Questo tipo di carciofo ricco di sostanze nutritive e minerali è molto versatile in cucina, ma dà il meglio di sé, se preparato ripieno.
Si tratta di un prodotto che ha ottenuto il marchio collettivo comunitario con un disciplinare di produzione rigido per salvaguardare tutta la filiera.
C’è un bellissimo evento gastronomico che si organizza a cadenza biennale, ‘’la carciofesta’’, per promuovere e celebrare questo prodotto unico nel suo genere.
Annamaria Acunzo
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