LANCIANO - L’artista abruzzese Gino Berardi espone i suoi lavori.
Sono stati consegnati presso il Polo Museale di Lanciano premi e attestati per la serata conclusiva del Frentania in Arte 2024.
Il finissage ha visto, per la categoria pittura Gino Berardi con la sua opera ‘’Cocktail & Musica 2’’.
Gino Berardi è nato a Pietranico (PE) nel 1945, il suo percorso di studi si svolge in provincia dell’Aquila, ma la sua esperienza artistica inizia negli anni ‘60.
La sua predisposizione a creare opere fortemente cromatiche lo portano a realizzare dipinti di impatto molto suggestivo.
Nel primo periodo si appassiona ai paesaggi, per poi passare ad una forma di estratto con figure, volti e simbolismi nascosti.
Usa pastelli, matite, olio, tecniche miste, acrilici, sabbia, gesso, juta con pennellate di colore intenso, macchie, luci, ombre e contrasti che lo hanno portato con la sua arte ad esporre in tantissime città italiane ed estere vincendo prestigiosi premi e riconoscimenti.
Ha soggiornato per dieci anni all’estero vivendo tra la Francia e la Svizzera esponendo in diverse città ed in paesi extra europei: Londra, Parigi, Germania, Russia, Rochester, Barbados e Austria. Importanti gallerie in Italia hanno esposto le sue opere: Bari, Palermo, Assisi, Urbino, Terni, Padova, Bologna, Ancona, Roma, Milano, Chieti, Pescara, Teramo, l’Aquila, Genova, Firenze, Cremona, Rieti, Venezia , Pesaro, Vibo Valentia.
Non solo artista, ma anche insegnante di ruolo nella scuola media superiore, giornalista pubblicista, ha ideato e condotto programmi televisivi e ha fondato il Centro Culturale ‘’SpazioArte’’.
Uno dei simboli che contraddistingue le sue opere è il gallo, legato alla parola cocktail, appunto ‘’coda di gallo’’ che si ricollega al suo lavoro come insegnante all’Istituto Alberghiero di Pescara, come anche la bottiglia, il bicchiere e la scala che rappresenta la crescita, la salita.
Un lavoro continuo che lascia all’osservatore libero arbitrio nell’immaginazione.
Un uomo, un grande artista, una grande personalità con un forte senso umano.
Annamaria Acunzo
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