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IL PECORINO DI FARINDOLA: NEL CAGLIO IL SEGRETO DELLA SUA BONTA’

Un prodotto strettamente legato all’ambiente e alla genuinità dei suoi ingredienti

FARINDOLA - E’ un paese abruzzese compreso tra il Gran Sasso e i Monti della Laga. Ci sono testimonianze della sua esistenza a partire dal medioevo e anche la sua struttura arroccata su un colle, con piccole stradine, le scale che attraversano il centro storico e le sue chiese lo confermano.
Esso è un borgo dedito alla pastorizia e all’agricoltura e tutto il paese è assolutamente da visitare ed è molto famoso per un prodotto caseario che spopola non solo in Abruzzo, ma in tutto il mondo: il Pecorino di Farindola. E’ prodotto con latte di ovino crudo da pecore di razza Pagliarola Appenninica, esse sono libere di pascolare nei prati sconfinati dell’entroterra vestino, è assolutamente naturale e quindi non vengono aggiunti fermenti lattici o starter.
Si presenta all’esterno con una crosta abbastanza dura e striata che deriva dai cestini di giunco, il cui colore varia dal giallo al marrone secondo la stagionatura. La pasta può essere compatta, friabile o granulosa, leggermente umida , lievemente occhiata dal colore giallo paglierino più o meno intenso, tutto dipende dal grado di stagionatura che va dai tre ai dodici mesi.
La caratteristica , forse unica al mondo è quella di essere preparato con il caglio di maiale che gli conferisce un sapore corposo e pieno, molto complesso, con un ventaglio di aromi molto vasto, di funghi, muffe e muschio, dovuta anche alle erbe dei pascoli, inoltre al gusto sprigiona un grande equilibrio tra sapori piccanti e un buon sapore di latte ovino. La preparazione del caglio di suino ha origini che risalgono ai tempi degli antichi romani e ancora oggi viene eseguita solo ed esclusivamente dalle donne che si tramandano la ricetta di generazione in generazione.
La massa si ottiene cagliando il latte che viene portato ad una temperatura di 35 gradi rompendo la cagliata in piccolissimi pezzetti posti poi nelle tipiche forme. Dopo la salatura a secco che avviene entro 48 ore, le forme vengono messe a stagionare in vecchie madie di legno. La crosta viene unta con una miscela di aceto ed olio extravergine di oliva che con il tempo diventa color zafferano.
Questa è una tradizione di poche famiglie, che producono il Pecorino di Farindola quasi unicamente per il proprio consumo. Le aree di produzione sono: il Comune di Farindola e altri Comuni limitrofi nelle province di Pescara e Teramo. Un Consorzio riunisce i produttori e garantisce il rispetto del disciplinare di produzione. Si può degustare questo straordinario prodotto come antipasto, aperitivo, con pane tostato o con verdure oppure semplicemente gustato assoluto con un buon bicchiere di Montepulciano d’Abruzzo.
Annamaria Acunzo


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