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QUANDO SI MUORE A 55 ANNI DI LAVORO

L'ultima vittima in Abruzzo è precipitato dall'impalcatura, gli interrogativi dei sindacati

PESCARA - Si chiamava Ezio Montanaro, dipendente di una nota impresa edile specializzata in tinteggiatura, l’uomo di 55 anni morto a Pescara a causa di un infortunio sul lavoro. Da una prima ricostruzione risulta che il lavoratore sia precipitato da una impalcatura sul tetto di un edificio dove era in servizio nonostante le forti raffiche di vento. Sulla tragica catena di infortuni mortali intervengono oggi la Fillea Cgil, la Filca Cisl e la Feneal Uil di Pescara. «Si continua a morire sul lavoro come cinquant’anni fa e le cause sono sempre le stesse nel nostro comparto: l’investimento da mezzi in movimento o la caduta dall’alto. Possibile che non si riesca a invertire questa drammatica tendenza? Forse non basta la formazione erogata a lavoratori e datori di lavoro», si chiedono i sindacati. «Chiediamo una strategia nazionale sulla salute e sicurezza, con una cabina di regia che coinvolga le parti sociali. Le risorse non mancano, basti pensare – sottolineano i sindacati – chel’Inail ha a disposizione circa due miliardi di euro all’anno che vengono destinati al bilancio dello Stato invece che a Salute e Sicurezza. Va rafforzato l’organico di ispettori e medici del lavoro, migliorando il coordinamento tra i soggetti chiamati a fare i controlli. Serve un grande investimento culturale sulla formazione, introducendo la materia nei programmi della scuola media. Infine –concludono la Fillea Cgil, la Filca Cisl e la Feneal Uil diPescara – vanno sostenute nuove forme di partecipazione e coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, sia aziendali che territoriali». Così come è necessario un maggiore coinvolgimento delle parti sociali nella articolazione più opportuna dell’orario di lavoro settimanale”.


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