PESCARA - Questo tipo di elaborazione detta Metodo Tradizionale o Ancestrale inizia con la pressatura in maniera soffice delle uve, in modo da preservare i lieviti autoctoni che si trovano sulla buccia. Con tutta probabilità è una delle tecniche più antiche che vengono usate ancora oggi.
La storia racconta che questo metodo di spumantizzazione veniva utilizzato per lo Champagne che donava al vino una grande complessità organolettica.
Altre fonti raccontano che questo metodo fosse utilizzato tantissimo nelle zone della Blanquette de Limoux, sempre in Francia, dove non venendo utilizzata la sboccatura dei lieviti i vini si presentavano torbidi con una elevata acidità e con il caratteristico sentore di crosta di pane tipico dei lieviti depositati sul fondo della bottiglia. Oggi si usano tecniche che affinano sempre più il prodotto fino a renderlo unico nel suo genere.
Dopo la pressatura soffice delle uve, la fermentazione avviene in grosse vasche d’acciaio inox a temperatura controllata che viene poi abbassata per bloccarla nuovamente. Lo zucchero non viene mai aggiunto, ma è sempre nella giusta quantità tanto da garantire la ripresa della fermentazione in bottiglia.
La caratteristica è uno spumante ‘’col fondo’’ che può essere bevuto come aperitivo o come vino da pasteggio dove prevalgono note di lievito e citrico,l’acidità e la sapidità sono marcate ma allo stesso tempo equilibrate e armoniche.
Un metodo quello ancestrale nuovamente in voga che dona al vino un aspetto completamente nuovo, sicuramente brioso con quella sapidità che invoglia le papille gustative e berne un altro sorso, con un’ampia capacità di essere versatile in ogni occasione abbinandolo piacevolmente ad aperitivi di pesce, a fritture leggere, a formaggi semi stagionati a primi piatti a base di verdure e a secondi piatti a base di carne bianca come ad esempio il maiale o il tacchino.
Annamaria Acunzo