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SEI NAZIONI: L'ITALIA BUCA LA PROVA DEL 9, ALL'OLIMPICO I DRAGONI PASSANO PER 17 a 29

Gli Azzurri si giocheranno l'ultima carta sabato prossimo ad Edimburgo

ROMA - E' finita 17-29, 2 mete a 4 per il Galles ma davvero peggio di così gli Azzurri non potevano giocare.
Non sono bastati neanche i 61mila tifosi dell'Olimpico per cambiare la rotta ad una partita iniziata male fin dai primi minuti. Gli Azzurri, per la prima volta in questo Sei Nazioni, sono apparsi confusi e smarriti davanti ad un Galles che ha saputo tenere testa agli avversari, nonostante il pronostico favorevole per l’Italia.
Tanto di cappello ai Dragoni - fanalino di coda del Torneo - che hanno saputo costruire il gioco, facendo girare l'ovale a dovere, mettendo a segno tre mete nel primo tempo con Dyer, Liam Williams e una meta di punizione e al 50' con Faletau per un fallo da cartellino giallo di Cannone.
L'Italia, nel primo tempo, è riuscita ha costruire tre occasioni, di cui solo una davvero pericolosa, ma non ha marcato neanche una volta sotto i pali. Certo è che l'assenza dell'infortunato estremo Capuozzo si è fatta sentire, eccome.
Questa volta neanche i fuoriclasse Garbisi, Varney ed Allan rispondono all'appello, appaiono spenti e non lucidi, non all'altezza di sempre.
Nella ripresa l'Italia parte con una marcia diversa ma dura soltanto il tempo di un caffè: al 44' Negri, servito da un calcetto a scavalcare di Tommaso Allan, si invola verso i pali e schiaccia l'ovale per il 10-22. Gli Azzurri non sanno cogliere il momento buono della meta e perdono la palla ripetutamente, troppi errori anche nei facili passaggi.
I Dragoni prendono il sopravvento e sembra chiuso il match al '50 con Faletau.
La meta di Brex al 68' (17-29), su iniziativa di Pierre Bruno, ha dato l'idea di riaprire la partita ma l'Italia non è stata in grado di riorganizzare il gioco, troppi sprechi, troppi in avanti, una squadra completamente in bambola.
Dopo la partita, il coach degli Azzurri, Kieran Crowley, ha mostrato tutto il suo disappunto: “Certo che c’è frustrazione. Come può una squadra ricevere 17 calci di punizione contro e non essere mai richiamata una sola volta? Cinque o sei volte i falli sono stati commessi vicino alla loro linea di meta. Non ci è stata concessa una meta tecnica nel primo tempo quando il loro numero 10 era chiaramente in fuorigioco e non è stato nemmeno preso in considerazione il doppio placcaggio senza palla a due dei nostri giocatori. C’è molta frustrazione, cavolo!”
Ora, più che mai, serve una vittoria contro la Scozia per scongiurare l'ennesimo “cucchiaio di legno”. Gli Azzurri si giocheranno l'ultima carta sabato prossimo ad Edimburgo.
Massimo Bomba


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