Domani alle 23.00 su Rai3 il secondo episodio di Paesaggi
con figure - Viaggio nell'Italia da ritrovare, protagonista l’Abruzzo.
E' una serie di quattro film documentari dedicati ad un viaggio in Italia, da sud a nord, con l’intento di comprendere il nostro Paese nel momento in cui appare confuso e smarrito, alla ricerca di valori, serenità, ottimismo, senso civico che forse, oggi, sono andati perduti. Il viaggio si sviluppa attraverso percorsi minori, attraverso piccole strade della provincia italiana seguendo il filo rosso di temi e parole quali memoria, moralità, tutela dei diritti, legalità, solidarietà, migrazione, lavoro, terra, ambiente, paesaggio, bellezza. Le parole di gente comune - uomini e donne, antiche figure in cui riconosciamo il carattere di italianità e nuovi cittadini provenienti da ogni parte del mondo che modificano il panorama antropologico del nostro Paese e delineano un paesaggio umano inedito, complesso e multiforme - si intrecciano con paesaggi geografici, urbani e naturali, testimonianza dell’unicità italiana sfuggiti miracolosamente alla logica del profitto, a paesaggi degradati, irrimediabilmente perduti, feriti per l’incuria e per interessi economici. Dai racconti si evince un senso profondo di sfiducia, di pessimismo, di confusione ma anche di orgoglio, di desiderio di riappropriarsi del senso di legalità e di giustizia, della necessità di ritrovare valori come il bene comune e il senso civico, ricominciando dove le istituzioni e la politica hanno fallito.
Nella puntata di domani sera una prima parte del programma sarà dedicato al territorio campano poi il viaggio continua sull'Appennino tra
Isernia e L'Aquila.
Sarà visitata un'Italia minore fatta di pastori e di umanità semplice
che vive in paesi abbandonati tra lo spettro e la paura di altre
catastrofi. Il fantasma e la memoria catastrofica del terremoto
dell'Aquila si mescola alla poesia, quella che riecheggia dalle parole
del poeta Andrea Zanzotto che ricorda l'importanza e il senso del
paesaggio, della sua ricchezza ma anche della sua fragilità, del suo
destino nell'esistenza di ognuno di noi e della gravità della sua
perdita quando è ferito.
Alle parole del poeta fanno eco quelle di un altro uomo,
semplice e appassionato della montagna e della Maiella: le sue parole
sono un inno d'amore verso il paesaggio, la natura, la memoria di un
luogo e di un'epoca non molto lontana in cui, in Italia, si viveva
sorridenti e felici.
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