L'AQUILA - Il 29 maggio scorso la Radio Vaticana, nel programma Orizzonti Cristiani, ha trasmesso una mia intervista rilasciata ad Angelo Paoluzi, giornalista e scrittore, già direttore di Avvenire. Argomento la stampa italiana all’estero, con un particolare focus sui giornali “italici” cattolici (http://212.77.9.15/audiomp3/00318161.MP3). Era l’ultima d’una serie d’interviste, una sessantina, raccolte da Paoluzi nella sua rubrica radiofonica “Sfogliando”, con l’ascolto di personaggi dell’informazione, della politica, della Santa Sede, delle varie comunità italiane all’estero, del volontariato, delle missioni cattoliche e delle chiese locali nel mondo. Un ampio spettro di pareri ed analisi che contribuiscono a dare un’immagine, più nitida di quanto non lo sia stata finora, della stampa italiana all’estero - e di quella cattolica, in particolare - e delle sue notevoli potenzialità di penetrazione: un patrimonio poco conosciuto e spesso negletto. Il consistente lavoro di ricerca, portato avanti da Angelo Paoluzi in due anni di prezioso lavoro giornalistico, s’appresta a diventare un libro, "Voci di carta" il titolo, per i tipi della Libreria Editrice Vaticana (LEV). Quello che segue è un appunto dell’intervista che, in sintesi, è poi diventato il contributo conclusivo del volume di Angelo Paoluzi, d’imminente pubblicazione.
(G.P.)
ROMA - Esiste una vasta rete della stampa italiana all’estero - giornali, periodici, testate on line, blog, radio e tv - un efficiente sistema di mezzi di comunicazione che copre tutto il pianeta, con un potenziale di lettori costituito dai 60 milioni d’italiani all’estero, cui si aggiungono gli altrettanti residenti in patria, come ho potuto scoprire nella mia attività pubblicistica e di collaboratore di molte di quelle pubblicazioni. Nel censimento sui media “italici”, condotto nel 2011 dal Ministero degli Affari Esteri e dall’Ordine dei giornalisti, è stata rilevata la ragguardevole cifra di 775 testate: 455 giornali (quotidiani, periodici, testate on line), 274 radio e 46 televisioni. Una potente rete di comunicazione in lingua italiana o bilingue (italiano e lingua locale) che raggiunge ogni giorno milioni di lettori e ascoltatori in oltre 60 Paesi del mondo, nel giro di trent’anni quasi triplicatasi nel numero di testate ed oggi diventata più pervasiva e penetrante con lo sviluppo del web su telefoni cellulari, tablet, sui Social Network e Youtube.
Una rete d’informazione, tuttavia, della quale non sempre si ha un’avvertita percezione delle sue potenzialità, come d’altronde già per altri versi avviene, in generale, con la sottovalutazione che da sempre la classe politica riserva allo straordinario patrimonio d’intelligenze, talenti ed esperienze che risiedono nelle comunità italiane nel mondo. Quanto, invece, potrebbe essere utile all’Italia se solo si investisse sulle comunità italiane - i nostri migliori e motivati “ambasciatori” nel mondo - e sulla rete della comunicazione italica all’estero, mettendo a sistema tali risorse per la promozione sul mercato globale del made in Italy, delle eccellenze, del gusto e dello stile italiani, oltre che della nostra lingua e cultura! Eppure una tale consapevolezza tarda ad affermarsi nella distratta classe politica del Paese, a tutti i livelli, mentre s’assiste ad una conoscenza epidermica e talvolta distorta delle comunità italiane nel mondo, se non addirittura ad un accidioso autolesionismo nel non riconoscere a pieno e valorizzare l’altra Italia.
A allora andiamo ai numeri della stampa italiana all’estero. Quanto vale in termini di diffusione? L’entità della diffusione dei giornali cartacei rivela cifre da record assoluto, più di cento milioni di copie all’anno i giornali cartacei, senza contare i lettori di testate on line, in continua crescita. Non c’è quasi Paese al mondo interessato dalla nostra emigrazione che non abbia almeno un organo d’informazione italico. Con una graduatoria di testate che al primo posto vede l’Europa, poi Sud America, Nord America, Oceania, Asia e Medio Oriente, infine l’Africa. Sette sono i quotidiani “italici” nel mondo, tutti di grande prestigio e di ragguardevole diffusione nei Paesi dove sono pubblicati, presenti anche on line: America Oggi e La Gente d’Italia (Usa), Corriere Canadese (Canada), Il Globo e La Fiamma (Australia), La Voce d’Italia (Venezuela), La Voce del Popolo (Croazia). Per quanto riguarda i periodici, a vantare la maggior tiratura sono i settimanali Cittadino Canadese e Lo Specchio (Canada), Fanfulla (Brasile), L’Eco (Svizzera), mentre il Corriere Italiano (Canada) si va approssimando a quel traguardo. Uno sguardo va peraltro rivolto alla stampa edita in Italia, destinata agli italiani all’estero: una cinquantina di testate, tra agenzie internazionali e periodici. Tra tali testate spiccano per diffusione e capacità di penetrazione le agenzie di stampa internazionali Aise e Inform, mentre guidano la classifica dei periodici i mensili Messaggero di S. Antonio, Santo dei Miracoli, L’Eco di San Gabriele e Bellunesi nel Mondo.
Nel mondo della comunicazione all’estero, tra i media italici, grande rilievo hanno da sempre avuto, e tuttora hanno, i giornali cattolici. Una cinquantina sono le testate storiche - la cifra è certamente in difetto, non essendo censiti giornali e notiziari a limitata diffusione - che hanno avuto una grande funzione nella storia dell’emigrazione italiana, quali strumenti non solo d’informazione, ma anche di tutela dei diritti, conservazione dell’identità e della cultura italiana, formazione sociale e religiosa delle comunità italiane e del loro accompagnamento per l’integrazione nelle società dei Paesi d’accoglienza. Oggi una ricognizione sulla stampa cattolica all’estero, riferita a testate con un’apprezzabile diffusione, rileva questi numeri: Usa (2), Canada (1), Argentina (3), Cile (1), Uruguay (1), Venezuela (1), Brasile (1), Belgio (3), Francia (2), Germania (8), Gran Bretagna (1), Svizzera (21), Australia (3), Israele (1), Kenia (1), Sud Africa (1) Australia (3). Purtroppo bisogna rilevare la recente chiusura, dopo 63 anni di vita, del periodico La Voce degli italiani in Gran Bretagna.
La stampa cattolica all’estero – la prima testata fu la Croce del Sud, fondata dai Cappuccini e apparsa a Rio de Janeiro nel 1765 – è in gran parte riconducibile all’iniziativa dei Padri Scalabriniani, storicamente attenta alla comunicazione, oltre che ai complessi problemi delle migrazioni. Si è consolidata così una competenza formatasi in decenni d’impegno pastorale e sociale nei più diversi contesti dell’emigrazione, essenziale oggi per trattare argomenti che attengono alle legislazioni migratorie, alla promozione della “cittadinanza” dei migranti nelle società d’accoglienza e nelle comunità ecclesiali, alle relazioni interculturali attraverso il dialogo, al sostegno dell’evangelizzazione dei migranti e alla valorizzazione delle loro culture, alla loro difesa da ogni forma di razzismo, xenofobia e sfruttamento.
Tra gli “italici” cattolici, per la sua origine scalabriniana, va sicuramente citato l’Italoamericano, settimanale con una storia lunga più d’un secolo, fondato da Gabriello Spini nel 1908. Si pubblica a Los Angeles ed è diffuso in California e nel confinante stato dell’Oregon. Ancor prima, nel 1903, il vescovo Giovanni Battista Scalabrini aveva fondato L’Emigrato italiano in America, diventato nel 1930 L’Emigrato italiano e nel 1994 L’Emigrato. Tra i giornali italici in Europa meritano d’essere citati Il Corriere d’Italia, edito in Germania, e il Corriere degli Italiani, in Svizzera, testate che eccellono per qualità e tiratura. Davvero notevole, in Svizzera, la rete della stampa cattolica, con una presenza diffusa nel Paese attraverso le principali Missioni. Anche in Germania tale aspetto si ripete, sebbene con minor capillarità. Merita ancora una citazione il quindicinale scalabriniano Presenza, che si pubblica a Santiago del Cile. Debbono infine considerarsi diverse pubblicazioni che fanno capo alle Acli, dove informazione e pastorale sociale si coniugano ai temi dell’assistenza ai migranti.
Infine, un dato abbastanza costante è la qualità editoriale e grafica della stampa cattolica all’estero, la cura delle notizie, l’elevato livello degli operatori dell’informazione. Negli ultimi tempi si è riscontrato un diffuso ricorso alla qualificazione delle testate, ricorrendo alle sinergie, magari con fusioni tra giornali, per una migliore e qualificata collaborazione, nello spirito della condivisione degli ideali e dei mezzi scaturita dalla pastorale di comunione perseguita in questi anni. Si registra, inoltre, un crescente desiderio di riflessione e d’interpretazione religiosa dell’esperienza migratoria, per cui le testate, accanto all’informazione per la comunità locale, tendono a specializzarsi sempre più nella proposta d’una formazione religiosa, ponendosi come strumenti di dibattito e di lettura in chiave sapienziale dell’emigrazione.
Come ha recentemente annotato Padre Antonio Simeoni, la stampa di matrice religiosa ha giocato un ruolo preminente nella creazione di organismi rappresentativi della stampa d’emigrazione per rimediare alle difficoltà riscontrate negli ultimi tempi. Si è anche dato vita ad alcune federazioni - stampa scalabriniana, Federeuropa - che hanno portato ad apprezzabili risultati. Per concludere, oggi nel mondo si può contare su una significativa rete di testate e su un patrimonio di risorse professionali, intellettuali e umane sul quale far affidamento per affrontare le sfide culturali del millennio, nei contesti più disparati. Un cespite importante, per la Chiesa, sul quale investire per comunicare e dialogare con il mondo, per evangelizzare e per meglio entrare in comunione con le nostre comunità, a partire dall’anno dedicato alla Fede, dall’11 ottobre 2012 al 24 novembre 2013.
Goffredo Palmerini
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