VERONA - Oltre 650 tra specialisti e operatori del settore medico farmaceutico giunti
sino a sabato 5 maggio, a Verona,
per il III Congresso dell’IFIACI, la federazione che racchiude le tre Società Medico Scientifiche nazionali:
la Siaic (Allergologi e Immunologi Clinici), l’AAITO (Allergologi Territoriali e
ospedalieri) e la SIICA (dedicata più alla ricerca). È questo l’appuntamento più atteso e rilevante dell’anno in materia di
allergologia e immunologia clinica. Una specialità troppo spesso ancora non
conosciuta a fondo e che merita l’attenzione visto il proliferare delle allergie nella popolazione mondiale,
stimate tra il 15 e il 20% (in pratica 1 su 5 ), e delle mutazioni allo studio di alcuni tra i
migliori ricercatori presenti in questa tre giorni che durerà fino a sabato 5 maggio.
Si punta per questa edizione sull’interdisciplinarietà tra le diverse specialità, e, in
particolare, tra cardiologia e allergologia quali implicazioni e correlazioni
esistono? La figura dell’allergologo deve oggi essere un punto di riferimento
familiare a livello di consulenza della famiglia e del medico di base. Temi oggetto dell’analisi degli oltre 400 relatori provenienti da
tutt’Italia e dall’estero (Svizzera, Argentina, Gran Bretagna), riguardano
nuovi approcci per il paziente allergico, con le speranze, i problemi e le
difficoltà nella vita quotidiana, e soprattutto le allergie alimentari con particolare riferimento alla
nutrizione e alle diete e al mutato stile di vita, che s’ispira talora a
esotismi avventati.
L’introduzione di frutti, alimenti
sconosciuti pressoché sino a 30 anni fa ha rivoluzionato l’attività dell’allergologo.
L’impegno della ricerca italiana nella materia e nell’allergia alimentare è di
primissimo piano e il contributo verrà espresso attraverso le nuove relazioni
in tale sede. “Il titolo del congresso vuole evidenziare l’importanza della
sinergia fra la ricerca scientifica e la pratica clinica. - sottolinea il Presidente dell’AAITO il veronese Gianenrico Senna - Se
infatti è abbastanza accettata l’importanza di una verifica nelle corsie
ospedaliere dei progressi e delle novità emerse dalla ricerca scientifica, va
altrettanto sottolineato come anche l’osservazione attenta nella pratica
clinica quotidiana possa essere il motore essa stessa di nuove ricerche. In
quest’ottica di sempre più stretta sinergia fra ricerca, didattica e clinica
nasce l’idea dell’integrazione ospedale-università che ha ormai più realtà
consolidate, come ad esempio quella di Verona. Inoltre la complessità della
patologia immunologica e il suo espandersi nel meccanismo di un numero sempre
maggiore di malattie impone modelli gestionali multidisciplinari. La
collaborazione e l’interazione fra diverse figure specialistiche è la base per
la risoluzione dei casi più difficili. Non serve il genio, serve invece molta
più interazione nella medicina del terzo millennio”.
“L’interdisciplinarietà - osserva infine
Senna - appare rilevante in
rapporto alla possibilità che reazioni allergiche gravi, come l’anafilassi,
possono causare quadri di angina anche in soggetti con coronarie normali. Le
motivazioni sono legate alla attivazione generale di cellule come i mastociti
che, oltre ad essere presenti a livello delle mucose respiratorie e digestive,
sono presenti anche a livello cardiaco; il rilascio di mediatori da queste
cellule in corso di reazioni allergiche può favorire l’occlusione di vasi
coronarici. Più recentemente meccanismi immunologici sono stati individuati in
patologie considerate in passato degenerative come l’aterosclerosi”.
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