PESCARA - Delineare per la prima volta in Italia un quadro accurato di una realtà poco
conosciuta come quella delle testate esclusivamente online e monitorarne
l’evoluzione: questi gli obiettivi della prima edizione dell’Osservatorio sulle
Testate Online avviato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni in
collaborazione con ANSO e USPI.
Il Rapporto 2018, pubblicato oggi da Agcom, mostra prima di tutto la
necessità di porre attenzione agli emergenti bisogni informativi, alle nuove
modalità di offerta atte a soddisfarli e alle competenze richieste per sfruttare
i nuovi strumenti disponibili, le piattaforme e l’interazione con gli utenti.
In particolare, il rapporto evidenzia come il settore, pur essendo
caratterizzato da una elevata differenziazione del prodotto, presenti alcuni
tratti generali di sistema. Innanzitutto, si riscontra la presenza di poche
imprese di maggiori dimensioni, la cosiddetta “testa” della distribuzione del
settore, e un’elevata presenza di piccoli editori, “coda lunga”. Questa
peculiare distribuzione, tipica di molti mercati Internet, è dovuta alla presenza
di basse barriere all’entrata e, al contempo, elevati ostacoli al successivo
sviluppo economico delle testate.
Il ricavo medio annuo degli editori che operano sul web è pari a 337.806 euro,
ma la distribuzione per classi di fatturato è assai differenziata, tale da rendere
il valor medio un dato poco indicativo delle peculiarità del settore. Nel caso
delle testate online, si osserva come la “coda lunga” della distribuzione sia
formata dal 68% dei soggetti attivi nel settore, imprese che fatturano
annualmente meno di 100mila euro. Il dato medio di fatturato di questa parte
del settore è pari a circa 20mila euro, il che dimostra l’esistenza di una grossa
fetta di editori che presentano carattere più amatoriale che commerciale.
La “testa” della distribuzione è, invece, formata da un 7% di editori web che
fatturano mediamente circa 3 milioni di euro. Nel mezzo, vi è un quarto di
soggetti che ricavano annualmente tra i 100mila e il milione di euro
(mediamente oltre 300mila euro). In entrambi i casi, si tratta di aziende più
strutturate che agiscono sul mercato in modo commerciale.
In termini quantitativi, l’Autorità stima che poco più della metà delle testate
online è di tipo generalista, mentre il rimanente è più specialistico. Tra quelle
specializzate, lo sport, soprattutto il calcio, è l’argomento più trattato, seguito
dalla finanza e dalla scienza e tecnologia.
Tra le criticità è da evidenziare che le testate operanti esclusivamente in rete
mostrano, anche rispetto a quelle tradizionali, una minore riconoscibilità e
reputazione del marchio. Ciò rende attualmente impraticabile il finanziamento
delle notizie, specie di attualità, attraverso modelli a pagamento. In questo
contesto, la pubblicità online assume una rilevanza cruciale per l’informazione
in rete. La differenziazione dei contenuti, la specializzazione in contesti
territoriali, il raggruppamento delle testate (più piccole) in network
pubblicitari, l’utilizzo delle piattaforme sociali per la viralizzazione di alcuni
contenuti sono tutte risposte di mercato che hanno garantito una certa tenuta
del comparto. |