PESCARA - ‘’Insalata della vigna’’ tipica del territorio dell’entroterra abruzzese, praticamente inesistente altrove.
Colpisce immediatamente il bellissimo rosso radicchio con foglie larghe e tante venature interne, tenera e allo stesso tempo croccante.
Si chiama ‘’della vigna’’ perché cresceva nelle vigne basse ad alberello sorrette dalle canne.
E’ sicuramente una lattuga molto particolare e insolita, ricca di antiossidanti e minerali, resistente alle intemperie, agli sbalzi termici e ai parassiti.
Nasce, cresce e si sviluppa in natura ‘’cespitosa’’, molto grande e rigogliosa.
A riportare alla luce questo prodotto il Signor Domenico Giovanni Carapella, ex vigile del fuoco, che si dedica da anni, con grande passione, all’orto e al suo piccolo vigneto.
A studiare questa tipicità anche l’agronomo Silverio Pachioli e il botanico Aurelio Manzi, con l’obiettivo finale di creare un prodotto di nicchia, prezioso dal punto di vista della biodiversità.
Per Biodiversità si intende la varietà degli organismi che vivono in un ambiente. Nel caso del vigneto è l’insieme di microrganismi, animali e piante che abitano il suolo.
Ci possono essere delle consociazioni, delle collaborazioni tra ecosistemi, cioè coltivare su uno stesso terreno più varietà di piante favorendo un terreno sempre fertile. Si possono coltivare piante erbacee, alberi e arbusti, ma anche inserire le micorrizie, funghi che si attaccano alle radici della vite, apportando tantissimi nutrienti minerali e acqua, proteggendo la pianta e favorendo la fotosintesi.
Importantissimo anche il microbiota che colonizza le foglie della vite che agiscono sulla sanità della pianta, ritardando la crescita di alcuni funghi dannosi.
Anche le leguminose all’interno del vigneto ne migliorano la fertilità, tra queste possiamo ricordare: le fave, il trifoglio, l’erba medica, il ginestrino, ma anche alcune Brassicacee come il rafano, il ravanello, la rucola.
Piante, siepi e alberi come biancospino,rosa canina, rosmarino, nocciolo, quercia, caprifoglio e pioppo.
Infine piante nettarifere e pollinifere come coriandolo e grano saraceno.
Si consiglia di non eliminare la vegetazione spontanea confinante.
Annamaria Acunzo
|